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C’è gente che non si rassegna a perdere e quando prende una mazzata deve trovare qualcuno a cui addossare la colpa del suo fallimento. Oggi le vittime sacrificali sono i pensionati colpevoli di non aver voglia di cambiare, di pensare ai propri nipoti e ai figli preferendo rimanere così come sono. Forse i pensionati hanno sulle spalle abbastanza primavere per avere imparato che da coloro che urlano, che si sentono Dio, quelli che puntano il dito e sono pronti a scagliare la prima pietra c’è poco di buono da aspettarsi. Alla lunga il frinire del grillo scioglie il velo che nasconde il lupo, astioso, ambizioso e cattivo. I pensionati, caro Grillo, hanno più speranze e desiderio di cambiamento di quanto Lei possa anche solo immaginare. Di dittature, politiche e di pensiero, però, ne hanno già viste troppe e ne hanno abbastanza. I pensionati vogliono vedere gente che lavora. Con umiltà, con dedizione. Gente pronta a cogliere al balzo il senso vero della protesta e dell’insoddisfazione trasformandola in qualche cosa di costruttivo. Lei oggi ha perso e se non avrà l’umiltà di riflettere sarà pronto a cadere nuovamente. Lei cita la piesia “If” di Kipling. Forse dovrebbe rimanere più tra le mura domestiche e recitare “e sparve, e i dì nell’ozio chiuse in sì breve sponda”. Si! Perchè Lei, come tutti i politici che denigra dice una cosa e fa esattamente il contrario. Aveva detto che se perdeva se ne sarebbe andato e invece è ancora qui a rompere i coglioni.

Un pensionato

ByteLa mia auto ha un bagagliaio molto ampio e Byte, il mio cane è abituato fin da piccolo a viaggiare in macchina. Bastava aprire il portellone posteriore e lui ci zompava dentro. Il difficile, spesso, è farlo scendere. Da un pò di tempo però mi sono accorto che il cagnone è sempre più riluttante a salire a cassetta sulla “carrozza giapponese” . Prega, supplica ed impreca ma lui, niente. Giorni or sono  dopo cinque minuti di preghiere davanti al portellone spalancato ho aperto la portiera posteriore dell’abitacolo per metterci delle cose e lui, lesto come leprotto molto cresciuto ha preso posto sul sedile. Ci si è inchiodato. La cosa si ripete ormai con puntualità svizzera. Lui sale, e velocemente, solo sul sedile posteriore; si fà mettere la cintura di sicurezza per cani e controlla il traffico dal finestrino. Ogni tanto si rilassa sul telo di protezione per i sedili e ronfa soddisfatto. Quando lo guardi pare dirti:”Ahooo, mica sono figlio della serva che devo viaggiare nella stiva come un clandestino”.  Benvenuto a bordo Byte.

Matteo Salvini, il leader della Lega Nord è stato pesantemente contestato a Napoli tanto da dover rinunciare al suo comizio. Si sà che chi semina pioggia prima o poi raccoglie tempe­sta e quindi qualche cosa di simile lo si poteva anche mettere in conto. E poi, suvvia, erano solo una decina di “facinorosi” alcuni dei quali sventolavano bandiere del Regno delle Due Sicilie.

Nel ricco Nordest garrisce, a proposito ed a sproposito, il vessillo del Leone di San Marco e si vedono in ogni dove scritte che inneggiano a “Veneto Stato”. Un po’ di facinorosi che fino agli anni ’50 avevano le pezze al culo. Ora che hanno fatto qualche baiocco credono di poter conquistare il mondo.

Prima o poi, questa voglia di secessionismo, ci porterà a vedere qualcuno inneggiare al ritor­no del Regno di Sardegna o del Granducato di Toscana. In Emilia gli eventuali ducati di Piacenza, Parma Guastalla e Modena, al crocevia tra Lombardia, Toscana e Veneto diverreb­bero prede appetitose per le mire di politici ed affaristi senza scrupoli.

Per fortuna lo Stato Vaticano ha già la sua indipendenza e non credo che il buon Papa Francesco, nella sua immensa saggezza, abbia mire territoriali.

Ognuno per sé e gli altri affanculo.

Se guardiamo alla storia recente possiamo dire che la disgregazione di uno stato porta quasi certamente a guerre atroci. Interessi stranieri, nazionalismi, motivazioni economiche, inte­ressi e ambizioni personali dei leader politici hanno portato, tanto per non dimenticare, alla guerra nella ex Jugoslavia ed in alcune regioni dell’ex Unione Sovietica. Cecenia, Georgia ed ora, a scoppio ritardato, anche in Ucraina.

I croati avranno da pagare per un centinaio di anni per le armi acquistate per la guerra. Gli sloveni contano, internazionalmente parlando, come il due di spade quando briscola è cop­pe. Hai voglia ad avere una buona economia se sei costretto ad utilizzare i tuoi denari per organizzare un nuovo stato, una nuova struttura burocratica, un nuovo esercito e, perché no, foraggiare le pazze spese dei politici.

Oggi sono andato dal dentista per l’estrazione di un dente. Non è stata una cosa tragica ma, potendo ne avrei fatto sicuramente a meno anche perchè in linea di massima ho una dentatura sana e forte. Ma si sà, c’è sempre l’imprevisto.
Il secondo evento, quello decisamente più bello, e che oggi ho svinato e pare che ci siano tutte le premesse per un buon vino. Lo faccio sempre con cura ma il vino è come le donne, qualche volta può fare i capricci. Mi dispiace solo che non raggiungo l’autosufficienza e ce ne vorrebbe un pò di più. Pazienza, berremo quello che c’è e gli amici che verranno a trovarmi dovranno bere, anche, di quello della cantina sociale 😉 che non è straccio, beninteso, ma il mio…..

Ma come cazzo fanno ad essere piene le galere in un paese che definire ipergarantista è poco? Prendiamo un caso a caso, l’esempio più eclatante, quello di questi giorni. Un signore, che è anche senatore, viene condannato in via definitiva, dopo tre gradi di giudizio, a quattro anni di carcere per frode fiscale ma tre glieli condonano per via dell’indulto. Quello rimanente potrà decidere come e dove trascorrerlo, ai domiciliari, ai sevizi sociali o …. o…., di sicuro non nelle patrie galere già così affollate. La medesima sentenza stabilisce anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Ma perpetua è una parola grossa e allora si decide di rimandare indietro la sentenza per riconsiderare i termini per ridurli almeno a solo qualche anno. Fine della vicenda? NEIN! Non mi dite che c’è pubblico ufficio e pubblico ufficio perchè se no non si spiegherebbe perchè c’è la necessità di riunire una commissione parlamentare per decidere se questo signore possa o meno continuare ad esercitare un pubblico ufficio, quello di senatore. La commissione, dopo opportuna discussione e votazione, stabilisce la sua decadenza. Và beh, direte voi, finalmente questa pantomina è finita. NEIN! Tutto questo ambaradan non serve a nulla perchè il giudizio finale lo deve stabilire, a votazione, il senato. Fine? NEIN! Staremo a vedere cosa deciderà la Corte Europea a cui l’omino si è rivolto, ed è suo diritto, perchè si sente ingiustamente condannato a dispetto dei tre gradi di giudizio.
Fatto salvo il principio che ogni cittadino, nessuno escluso, è innocente fino a prova contraria, ora mi dovete spiegare, giuridicamente, quanti devono essere i gradi di giudizio per mettere fine ad una vicenda giudiziaria come questa e a tutte quelle, più o meno simili, che riguardano altri cittadini.

In campagna servono spesso attrezzi diversi. Tutti non è possibile averli ma di recente ho aggiunto alla mia dotazione, per piccole riparazioni, questo gioiellino . Ho già iniziato a fare gli “esercizi” e qualche risultato si vede. Ci vuole un pò di tempo e di pazienza.

Da un po’ di tempo evito di leggere i giornali e di seguire la politica ma oggi, dopo molto tempo mi sono soffermato su un articolo di cronaca che riguarda il respingimento da parte del governo maltese di una nave di profughi.

Visto che l’immigrazione porta con sé non pochi problemi e che è sempre un argomento caldo che da una parte suscita atteggiamenti che definire razzisti è poco e dall’altra un buonismo talvolta male accettato e compreso ho deciso di fare alcune considerazioni per chiarirmi le idee e mi sono accorto che, fatti salvi alcuni principi di umanità e di giustizia, l’argomento mi suscita sentimenti contrastanti.

La prima domanda che mi sono posto è se sia possibile contenere il fenomeno immigrazione e mi sono subito scontrato con una realtà di una semplicità disarmante. La gente scappa dalle situazioni di miseria, di mancanza del rispetto dei diritti civili e di guerra migrando verso paesi dove ritiene di poter trovare una vita migliore e non c’è mare né muro che li possa fermare.

Il problema è che un flusso sregolato porta con se gente degna di essere accolta ma anche una massa di gente che, talvolta anche per le condizioni di miseria in cui versa, vive di espedienti e di reati inducendo molte persono a sentimenti di intolleranza e di razzizmo generalizzati.

Sarebbe quindi opportuno il controllo rigoroso dei flussi migratori. Ma quando ci troviamo di fronte ad un natante pieno di gente allo stremo delle forze ed in pericolo di vita è moralmente e legalmente doveroso prestare loro soccorso? La risposta ad una domanda così posta non può che essere: Sì! Ma se il migrante si mette di proposito in mare, senza documenti, con un mezzo evidentemente inidoneo alla navigazione confidando che , alla fine, il senso morale del paese obiettivo induca al soccorso e all’acoglienza  è meritevole di essere accettato? E’ possibile distinguere chi può richiedere asilo perchè effettivamente perseguitato politico o proveniente da situazioni di guerra? Gli eventuali respingimenti violano sempre e comunque  i diritti umani o sono un diritto di autotutela riconoscibile ad un paese in certe condizioni?

Molti migranti sbarcano in Italia perchè il suo territorio è un braccio proteso nel mare ed è relativamente facile da raggiungere. Molti di essi però aspirano a raggiungere altri paesi per ricongiungersi ai loro parenti. E allora, l’Europa non ha il dovere di contribuire in solido al pattugliamento dei mari ed al sostenimento delle inevitabili spese?

E arriviamo all’epilogo della migrazione dopo aver respinto tizio perchè ritenuto non avere i requisiti per l’accesso al paese ed avere accolto caio perchè ha delle motivazioni valide possiamo lasciarlo nelle mani del caporalato e vessarlo con epiteti ed atteggiamenti razzisti? Per lui, a questo punto, dovrebbero valere tutti i diritti riconosciuti ma dovrebbe valere il principio che qui deve rispettare leggi e costumi del paese che lo ospita. In caso contrario può essere riaccompagnato al confine se non ancora cittadino italiano o subire le conseguenze di legge se ha ottenuto la cittadinanza.

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little_tonyPer chi come me è nato nella seconda metà degli anni ’40 ed ha vissuto la stagione, bellissina, della rinascita culturale, musicale ed economica del nostro paese (e non solo) pare cominciata la stagione degli addi. Per citarne qualcuno, che è mancato più di recente,  Califano, Jannacci ed ora Little Tony e prima ancora Gaber.  Lo spirito rimane giovane ma evidentemente il fisico si adegua alle leggi della natura. Nessun rimpianto per una bella stagione, nessun rimpianto per la scomparsa di chi ha infuocato i nostri cuori, solo un sorriso ed un grazie. Forse sarò un pò matusalemme ma credo i nostri figli ed i nostri nipoti, soprattutto, non abbiano avuto una stagione di vita in cui pur non essendo tutto facile si poteva vedere la luce in fondo al tunnel. Grazie a tutti voi, a chi se ne è già andato ed a chi ancora ci rinfranca il cuore.

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Ultimamente, dopo la nomina della Minista Kyenge, si parla molto di più della possibilità di concessione dello ius soli. Ho cercato di capire meglio, in concreto, di cosa si tratti e di come la legge italiana affronta il problema dell’acquisizione della cittadinanza. Lo ius soli è un’espressione giuridica che indica l’acquisizione della cittadinanza per il solo fatto di essere nati nel territorio di uno Stato, indipendentemente dalla cittadinanza posseduta dai genitori. Esso si contrappone allo ius sanguinis, che prevede l’acquisizione della cittadinanza per il fatto di essere figli un genitore in possesso della stessa cittadinanza. Nel mondo solo 30 stati, quasi tutti del continente americano applicano lo ius soli in modo automatico e senza condizioni. Alcuni stati europei come Grecia, Francia, Portogallo, Irlanda, Regno Unito e Finandia lo applicano ponendo alcune condizioni.  In Germania il modello prevalente è quello dello “ius sanguinis”, ma i tempi sono diversi rispetto a quelli italiani: è sufficiente infatti che uno dei due genitori di un minore straniero nato in Germania viva legalmente nel Paese e risieda lì da almeno 8 anni per concedere al figlio il diritto alla cittadinanza tedesca. Stesso discorso anche per Irlanda, Belgio, Portogallo e Spagna: vale anche qui il “diritto di sangue”, ma le norme sono più morbide rispetto a quanto accade da noi.
Una delle maggiori obbiezzioni mosse all’introduione dello ius soli è finalizzata allo scoraggiamento dell’immigrazione clandestina di donne incinta che vorrebbero far nascere qui i loro figli per le implicazioni giuridiche e familiari che ne conseguirebbero. Questo fenomento e particolarmente frequente e tragico negli USA ove vige lo ius soli.

In Italia l’acquisizione della cittadinanza è regolata dalla legge, piuttosto esaustiva; la n. 91 del 5 febbraio 1992 (http://www.interno.gov.it/mininterno/site/it/sezioni/servizi/legislazione/cittadinanza/legislazione_30.html )

Nel nostro paese lo ius soli si applica solo in due casi: per nascita sul territorio italiano se i genitori sono ignoti o apolidi o non possono trasmettere la propria cittadinanza al figlio secondo la legge dello Stato di provenienza, oppure se il figlio di ignoti è trovato nel territorio italiano. Per quanto mi riguarda sono contrario alla concessione automatica e senza condizioni, ipso facto, della cittadinanza. Un’accoglienza regolata e dignitosa è un’altra faccia del problema che non va confusa, a mio avviso, con la concessione della cittadinanaza.

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Mi è difficile commentare questa lettera http://senzapelisullalingua.info/lettera-aperta-alla-signora-kyenge  che, so benissimo, esprime il sentimento di moltissimi italiani ed in qualche parte anche il mio. Ma per onestà culturale ho deciso di soffermarmi a riflettere. Per me e per coloro che preferiscono non riflettere.  Che un’immigrazione incontrollata abbia generato problemi di criminalità e di degrado è un fatto incontestabile ma ritengo, per quella che è stata la mia esperienza personale, di non poter fare di tutta l’erba un fascio. Così come non accetto che su certa stampa straniera tutti gli italiani siano considerati mafiosi non accetto di giudicare un uomo per la sua etnia, religione o ceto sociale, voglio giudicarlo per quello che è e per quello che fa. Può la Signora Kyenge rappresentarmi? Forse meglio di tanti politicanti nostrani che predicano bene e razzolano male rubando a destra e a manca magari per permettersi lussiosi appartamenti o barche da oltre…

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